Azur e Asmar

Un giorno, il padre manda Azur a studiare lontano e scaccia dalla casa la nutrice e il piccolo Asmar. Solo da adulto Azur potrà recarsi nel lontano Oriente per ritrovare i suoi amici di un tempo, e grazie, anche al ricordo conservato nella sua memoria di una lingua sconosciuta, l’arabo; troverà Asmar, anche lui alla ricerca della fata dei Jinns. Insieme riusciranno a liberarla, proteggendo ognuno la vita dell’altro, affrontando rischi, imboscate e scelte eroiche. Il fato li ricompenserà facendo trovare a ciascuno l’amore della vita.

Azur e Asmar raffigurano i due lati contrapposti di una convivenza, l’incontro di due civiltà che si accettano e convivono nel reciproco rispetto. I due amici giungeranno alla meta solo dopo un faticoso cammino pieno di difficoltà. Superando timori e tabù legati a culture differenti, riusciranno a tradurre in realtà l’accoglienza della diversità e l’integrazione tra i popoli. Il film sembra quasi descrivere i conflitti e le lotte che oggi affliggono il mondo. Ma la positività della proposta cinematografica sta soprattutto nel superamento della visione negativa in ordine alla diversità, presentando l’integrazione tra i popoli come un inno all’ accoglienza e alla fratellanza.

Il regista Michel Ocelot vede nell’ unione tra la cultura araba e quella occidentale, l’avvenire del mondo.