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All’inizio del Novecento, 700mila greci vivevano sulle sponde del Mar Nero. Di fede cristiano-ortodossa, nei secoli avevano salvaguardato la loro identità etnica, culturale e religiosa, pur facendo parte dell’Impero ottomano. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale, il genocidio degli armeni (1915) è seguito dalla persecuzione dei greci e degli assiri. La politica attuata tra il 1916 e il 1923 nei confronti dei greci del Ponto porta a massacri, deportazioni, marce forzate in pieno inverno, arruolamento degli uomini in battaglioni di lavoro.
Dei 700mila abitanti, 353mila sono uccisi e dispersi. I sopravvissuti fuggono in Grecia. Questa è la storia vera di una di loro: Eratò Espielidis (1897-1989), nata sulle sponde del Mar Nero a Kotyora, l’odierna Ordu, e della sua famiglia. Dall’infanzia felice nella sua casa sul mare all’angoscia di giovane sposa cui è portato via il marito e di madre che lotta per la sopravvivenza del suo bambino di due anni, la vicenda di Eratò – nonna dell’Autrice – è emblematica della tragedia vissuta da molte famiglie greche del Ponto: persero casa, terre, lavoro e nel 1923 raggiunsero la Grecia come profughi. Ma, prima di partire, vissero nel terrore per le persecuzioni turche. Questo libro rievoca la loro vita inizialmente pacifica con i vicini musulmani, quindi il deteriorarsi delle relazioni e il successivo dramma.
Autore | Maria Tatsos |
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Collana | Libroteca Paoline |
Editore | Paoline |
Formato | Ebook - pdf |
Lingue | Italiano |
Tipo di edizione | Integrale |
Anno di pubblicazione | 2018 |
Luogo di pubblicazione | Milano |
Nr. edizione | 1 |
Pagine | 224 |
EAN/Codice Prodotto | 9788831561341 |