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Il libro racconta l'esperienza ventennale (1963-1982) in Giappone del missionario saveriano padre Marco, alias l'autore, Luciano Mazzocchi. Questa lunga, profonda e ricca esperienza mette in contatto padre Marco con la cultura e la religione giapponese (il Buddismo Zen) attraverso le tante persone che il suo ruolo gli fa incontrare. Da questo incontro il missionario uscirà cambiato in profondità nel suo modo di intendere la sua missione, quella della Chiesa, e nel suo modo di credere e vivere il Vangelo.
Il racconto si apre con l'incontro-scontro con lo Zen, che avviene casualmente nell'incontro con un monaco buddista, missionario dello Zen in Italia, durante un viaggio in aereo. I due missionari, costretti a una sosta forzata, fanno amicizia e si scambiano reciproche lettere di valutazione sincera sulle rispettive religioni. Il testo si conclude con due lettere finali (una al monaco buddista e una alla chiesa cattolica) in cui l'autore perviene alla sintesi della sua maturazione personale, raggiunta dopo momenti di ripensamento, di crisi, di illuminazioni, di intuizioni…
Molteplici sono i motivi di interesse di questa pubblicazione: Un prezioso contributo sul cammino del dialogo interreligioso tra Cristianesimo e Buddismo Zen. Contiene numerose informazioni sulla vita e la cultura giapponese. La Prefazione è del poeta Cesare Viviani. Il testo è corredato da un inserto fotografico di 16 foto.
Autore | Luciano Mazzocchi |
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Collana | Libroteca Paoline |
Editore | Paoline |
Formato | Libro - Brossura |
Lingue | Italiano |
Tipo di edizione | Integrale |
Paese di produzione | Italia |
Anno di pubblicazione | 2006 |
Luogo di pubblicazione | Milano |
Data di edizione | 2020 |
Nr. edizione | 4 |
Pagine | 368 |
EAN/Codice Prodotto | 9788831530651 |
...Come incoraggiamento alle giovani e ai giovani che nella carità di Cristo si avventurano a valicare i collaudati recinti e, posando un piede dopo l'altro sul caldo ventre della madre terra che tutto sostenta, pellegrinano verso le multiformi presenze di Dio che sempre «è più grande del nostro cuore» (1 Gv 3,20)