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Il presente commentario si propone come una lettura continua e coerente del quinto libro del pentateuco. Il Deuteronomio inizia come un racconto, che a differenza dei primi quattro libri del pentateuco è tuttavia narrato in prima persona direttamente da Mosè. All’improvviso si trasforma in un’esortazione parenetica, diviene quindi per un lungo tratto un testo legislativo e si conclude nuovamente, dopo una sezione comprendente benedizioni e maledizioni, con una narrazione. Quest’ultima narrazione non è però raccontata da Mosè, ma – come nei libri della Genesi, dell’Esodo e dei Numeri – è presentata da un narratore esterno onnisciente.
Il Deuteronomio nella versione accessibile oggi, nonostante queste variazioni letterarie e formali, non è un testo disorganico e disorganizzato. Non si tratta semplicemente di un assemblaggio di fonti indipendenti fra loro, ma piuttosto di un complesso – talvolta intricato – che racchiude esperienze storiche – o meglio di teologia storica –, leggi messe per iscritto, discorsi esortativi, testi poetici.
La versione finale del libro biblico assolve a una funzione di sintesi fra questi diversi generi letterari, che giungono infine a formare dal punto di vista formale un testo unitario e dal punto di vista contenutistico un testo dal carattere paradigmatico.
Autore | Simone Paganini |
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Collana | I libri Biblici - Primo testamento |
Editore | Paoline |
Formato | Libro - Rilegato |
Lingue | Italiano |
Tipo di edizione | Integrale, Scientifica |
Paese di produzione | Italia |
Anno di pubblicazione | 2011 |
Luogo di pubblicazione | Milano |
Nr. edizione | 1 |
Pagine | 616 |
EAN/Codice Prodotto | 9788831539616 |