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Presente nelle prime due edizioni di Spirito dell'utopia(1918 e 1923), questo testo, qui per la prima volta in traduzione italiana, fu espunto da Bloch nell'edizione del 1964. Una vicenda editoriale spia della lacerata relazione tra Bloch e l'ebraismo. Un testo che conferisce la funzione di simbolo alla figura dell'ebraismo perché depositaria di uno slancio inesausto verso l'ulteriorità,verso l'"oltre" di un futuro che sempre soltanto si annuncia, e sempre esorbita quanto si è realizzato. Ma anche la vicenda storica degli ebrei sarebbe parimenti simbolica perché ciò che è avvenuto, e ancora avviene, agli ebrei compendia esemplarmente, anticipandolo, quanto diviene sempre più leggibile nella globalità della storia. In tal senso, l'ebraismo configura lo spazio privilegiato nel quale si può cogliere, e per Bloch è stato effettivamente così, l'intuizione della dinamica intrinseca al pensiero utopico.Un pensiero che è un cristallo apocalittico di speranza e disperazione.
Autore | Ernst Bloch |
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Curatore | Gianfranco Bonola |
Collana | Pellicano rosso |
Editore | Morcelliana |
Formato | Libro - Brossura |
Lingue | Italiano |
Tipo di edizione | Integrale |
Paese di produzione | Italia |
Anno di pubblicazione | 2020 |
Luogo di pubblicazione | Brescia |
Data di edizione | 2020 |
Nr. edizione | 1 |
Pagine | 256 |
EAN/Codice Prodotto | 9788837233723 |