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Don Pino Puglisi, il prete ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993 a Palermo nel giorno del suo 56° compleanno e beatificato il 25 maggio 2013. «Educando i ragazzi secondo il Vangelo vissuto», ha detto papa Francesco, «li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà però è lui che ha vinto con Cristo risorto» Don Pino si impegna su più fronti, a favore del quartiere Brancaccio. Nasce il Centro Padre Nostro, un luogo dove accogliere i giovani per toglierli dalla strada e strapparli alla criminalità; si impegna come cittadino, per la riqualificazione del quartiere e sarà anche un profondo innovatore della sua chiesa, in un percorso mirato all’apertura e non alla chiusura, alla libertà e non alla paura. Decide di non accettare le donazioni dei privati per le feste patronali - soldi provenienti dai clan mafiosi -, organizza incontri per discutere del rapporto tra Chiesa e mafia, rifiuta come padrini di battesimo uomini legati alle cosche, apre la chiesa ai non battezzati e inizia a dire messa all’aperto. Al suo assassino, prima di morire, don Pino rivolge tre semplici parole: ”Me lo aspettavo”. È stato la prima vittima di mafia riconosciuta come martire della Chiesa.