Rivista di pastorale liturgica - Gennaio-Febbraio 1/2020

Bimestrale per la formazione e l'aggiornamento degli operatori liturgici

New media e liturgia è il tema di questo numero. L'era digitale è un segno dei tempi. Costituisce un punto di vista da cui osservare il mutamento delle forme simboliche e il loro diffondersi e consolidarsi. Pregare e celebrare nell'era del digitale non è però la stessa cosa di prima. Spazio e tempo nella esperienza del digitale non coincidono con le esigenze dei riti. Ma non c'è rito senza carne.

Editore Queriniana
Argomento NEW MEDIA , LITURGIA
DestinatariAdulti , Animatori liturgici , Catechisti , Liturgisti , Parroci
Formatodisponibile nel formato Rivista - cartaceo Rivista - cartaceo
Prezzo speciale 7,60 € Prezzo predefinito 8,00 €

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Introduzione

Editoriale 
Media e liturgia: vigilanza e intelligenza, Domenico Cravero

Studi

La logica del digitale. Nuovi media, identità e relazioni, Giuseppe Riva
Digitale, presenza, partecipazione, Paolo Benanti
Liturgia e tecnica: storia di amore e diffidenza, Norberto Valli
Spazio e tempo 3.0
Affinità e incomprensioni fra tradizione ecclesiale e multimedialità, Andrea Grillo
Ma la messa in TV «vale»?
Piccole precisazioni a fronte di una domanda frequente, Manuel Belli
Uso e abuso dei media nella liturgia, Gabriele Tornambè
Simbolico rituale, simbolico digitale, Domenico Cravero
Formazione
Schede
1. Riti e preghiere in digitale, Marco Rondonotti
Liturgia e disabilità: percorsi
1. Riti, media e disabilità, Valter Scarfia
Pietà popolare e liturgia
1. Quaresima e Settimana santa, Alberto Giardina
Sussidi e testi 
Preparare l’omelia navigando in rete
Alcuni criteri per il discernimento, Doriano Locatelli
Formarsi on line, Carlo Paniccia
Una App per pregare, Luca Peyron


Dettagli
Editore Queriniana
FormatoRivista - cartaceo
LingueItaliano
Pagine62
Anno di pubblicazione2020
Paese di produzioneItalia
EAN/Codice Prodotto8051739451795
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«Pregare e celebrare nell'era del digitale non è però la stessa cosa di prima. Spazio e tempo nella esperienza del digitale non coincidono con le esigenze dei riti. Ma non c'è rito senza carne. I dispositivi digitali svincolano la comunicazione dalla presenza fisica, frammentano l'esperienza somatica nel virtuale, liberano dalla necessità di sincronizzare i corpi. Le ritualità invece ristabiliscono il corpo intero. La liturgia è un atto che chiede partecipazione attiva, non si riduce a orecchi e occhi. Il Dio, fatto carne, tocca il credente nella sua propria carne. Non sussiste nessuna celebrazione sacramentale e liturgica che prescinda dalla mterialità. Nella realtà virtuale o aumentata, la persona non sta interagendo con nessuno se non con se stesso». (Dall'Editoriale di Domenico Cravero)

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