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Il pellegrino russo è un anonimo, il suo nome e altri dati anagrafici rimangono ignoti. L’aggettivo ‘russo’ non si trova nella versione originale, ma gli è stato attribuito dai traduttori. Il sostantivo pellegrino è invece fuorviante, perché strannik, parola impiegata nel titolo e nel testo originale russo, indica più un viandante che un pellegrino.
La differenza è significativa. Un pellegrino lascia la casa per un certo tempo, raggiunge la meta del suo pellegrinaggio e quindi torna al luogo dal quale è partito. Uno strannik, invece, è un individuo senza fissa dimora che vaga senza una meta, perché il camminare in sé è la sua meta-senza-meta. È uno aman, uno senza nome, è un sannasij, un rinunciante, uno senza appartenenza, un apolide, un homo viator inafferrabile.
Leggendo i Racconti di un pellegrino russo si ha l’impressione che il protagonista, avanzando lentamente, emerga dai grandi spazi delle pianure che percorre e che lo richiamano. Come se uscisse dalla nebbia, racconta le storie vissute condividendo con il lettore le proprie riflessioni e ricerche, talvolta precisando anche i luoghi dell’accaduto, ma poi, nuovamente attirato dall’ignoto, ancora si allontana e scompare lasciando dietro di sé il profumo di quella sua nostalgia di infinito che va ad impregnare il cuore di chi legge.
Autore | Maciej Bielawski |
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Editore | Lemma Press |
Formato | Libro - Brossura |
Lingue | Italiano |
Tipo di edizione | Integrale |
Paese di produzione | Italia |
Anno di pubblicazione | 2017 |
Luogo di pubblicazione | Bergamo |
Nr. edizione | 1 |
Pagine | 264 |
EAN/Codice Prodotto | 9788899375218 |