Dopo il concilio Vaticano II le tendenze teologicamente divergenti sulla figura di Maria si sono radicalizzate facendo spazio a tre posizioni: la prima contestava sul piano culturale la figura e il ruolo della madre di Gesù nel mistero cristiano; la seconda, sostenuta da coloro che non accettavano la svolta del Vaticano II, sollecitava un ritorno alla mariologia di stampo antico; la terza intendeva restare fedele alle scelte dei padri conciliari, i quali, secondo papa Paolo VI, avevano offerto la sintesi più ampia del posto che la Vergine occupa nel mistero del Cristo e della Chiesa. Quest'ultimo orientamento non ha esitato a prendere le distanze rispetto a inflazioni devozionali e teologiche della figura di Maria, impegnandosi su questo tema anche nel dialogo ecumenico.